San Lorenzo del Vallo: dalle origini alla venuta degli Albanesi (XV secolo).
di Ascus Folk:
San Lorenzo del Vallo, piccolo centro della provincia di Cosenza, sorge su un altopiano a 350 Mt. s.l.m. Confina a Nord con il territorio di Firmo, a Est con quello di Spezzano Albanese, a Sud con quello di Tarsia, a Ovest con Altomonte, S. Marco Argentano e Tarsia. L’abbondanza delle acque sorgive, l’amenità del terreno, la salubrità dell’aria e la mitezza del clima, fecero sì che il suo territorio fosse abitato fin dai tempi più remoti. Anche se risulta difficile fissare con precisione la nascita dei primi nuclei abitativi di San Lorenzo, le sue origini risalgono sicuramente al tempo degli Imperatori romani del II secolo D.C. L’imperatore Augusto nel costituire la provincia del Brutium inglobò anche un territorio chiamato Interamnium (terra posta tra due fiumi, l’Esaro e il Crati ), dove sorse un accampamento militare romano chiamato “Castrum Laurentum” che gli storici identificano con l’attuale San Lorenzo. Nei secoli successivi, dal III al V, la popolazione del Castrum aumentò notevolmente, ma con la caduta dell’Impero Romano e le successive invasioni Barbariche si spopolò completamente avviandosi alla scomparsa. Nel IX secolo l’Italia meridionale passò definitivamente sotto il dominio Bizantino e anche se non ci sono documenti storici, la tradizione e la toponomastica ci fanno pensare ad un ripopolamento del Castrum Laurentum. Infatti i nomi Fischia e Pipana sono di evidente derivazione greca. Fischia viene dal greco Fuskai, città della Macedonia famosa per la produzione della seta; nell’attuale località Fischia doveva esserci la coltivazione del baco da seta come dimostrano le piante di gelso ancora esistenti. Anche il nome Pipana è di derivazione greca, deriva infatti dal verbo “ pipaino” che significa far cuocere, e a tutti i sallorenzani è noto quanto era buona l’acqua della pipana per far cuocere i cibi. Ed infine l’espressione usata dai sallorenzani “ fanu cumi i greci” per indicare il chiasso dei ragazzi che giocano per strada. L’ordinamento feudale del nostro territorio iniziò con la dominazione Normanna e in questo periodo, intorno al 1300 il nostro paese mutò la denominazione da “Castrum Laurentum” in “Lo Feudo Sancti Laurenti”. Nella prima metà del XV secolo le lotte tra Angioini ed Aragonesi finirono per distruggere e spopolare intere regioni come anche la Calabria. A completare l’opera di distruzione, intervennero anche i terremoti e le conseguenti carestie e pestilenze. Dal 1446 al 1456 si verificarono in Calabria una serie ininterrotta di terremoti, i più disastrosi furono quelli del 1451, 1453 e 1456 che spopolarono completamente San Lorenzo. In tali circostanze, in relazione alla fuga degli Albanesi dallo loro terra oppressa e occupata dall’invasore turco e dopo l’immediata morte dell’eroe Giorgio Castriota Skanderbeg , in questi territori trovarono ospitalità proprio i profughi albanesi, i quali vi crearono delle vere e proprie comunità portandovi il loro rito, la loro tradizione, la loro storia . Furono i feudatari locali ad ospitare gli Albanesi, la giurisdizione di San Lorenzo apparteneva in quel periodo a Pietro Antonio Sanseverino Principe di Bisignano. A San Lorenzo del Vallo si formò uno dei nuclei più consistenti, gli Albanesi vi si stanziarono intorno al 1479 ripopolando così il casale e rimasero a San Lorenzo sino al 1517. In questi anni c’erano ben 362 famiglie per una popolazione totale di 2000 abitanti. In questo periodo, con molta probabilità, fu edificata la prima chiesa in San Lorenzo, quella dedicata a San Nicola e attorno ad essa gli albanesi crearono il loro agglomerato abitativo nella zona Sud del casale. La zona interessata era intorno ai quattro punti di Via dei Greci, di Via Apollo, di Via Fischia e di Via Pipana. Dal 1517 in poi gli Albanesi cominciarono ancora una volta ad emigrare andando nei feudi vicini, che dovevano più tardi diventare i paesi albanesi attuali. Ma la vera emigrazione si ebbe intorno al 1564. Cosa avvenne in realtà? Nel 1532 Carlo V, dopo la caduta feudale della famiglia Caraffa alla quale era intestato il feudo di San Lorenzo, offrì l’investitura a Pietro Antonio Alarcon della Valle Mendoza, questi iniziò un vero e proprio trasferimento degli albanesi di San Lorenzo a Palazzo Sangervaso in Lucania per popolare quel suo feudo. Gli Albanesi, non accettarono questa imposizione, infatti non si allontanarono, disubbidendo così all’ordine dell’Alarcon. Si trasferirono, invece, nei pressi dell’attuale Santuario della Madonna delle Grazie in Spezzano Albanese, allora territorio di Terranova da Sibari. Questa comunità albanese sorse, chiaramente, successivamente a queste vicende, ovvero dopo il 1564. Comunque, non tutti i nuclei familiari lasciarono San Lorenzo, alcuni rimasero e costituirono la nobiltà del paese. San Lorenzo conobbe così una fase difficile e nuovamente si spopolò, tanto che nel 1571 contava appena 50 nuclei familiari e si creò una situazione di grande precarietà che durò nel corso degli anni.
Fonti: Prof. Cosimo Scorza Spigolature storiche su San Lorenzo del Vallo, ed. Mit 1971 – Ascus Folk